Facebook potrebbe essere chiamato a risarcire gli acquisti di minori

Facebook Credits

Facebook affronterà l’ennesimo processo, negli Stati Uniti: questa volta l’oggetto del contendere riguarda le transazioni effettuate da minori per l’acquisto di crediti sul social network. Glynnis Bohannon ha organizzato una class action, in California, per un risarcimento di $5 milioni. Tanto avrebbe guadagnato Facebook da minori.

Nonostante i complessi termini d’utilizzo, la politica sull’acquisto di Facebook Credits è piuttosto blanda. Il social network si limita a prevedere che, qualora l’acquirente sia minorenne, un tutore controlli le transazioni effettuate. Tuttavia, non esistono degli strumenti di sicurezza volti ad assicurarsi che ciò avvenga davvero.

L’età minima per iscriversi a Facebook è di 13 anni e il 30% degli introiti derivanti dai crediti proviene da Zynga, la società di FarmVille, ecc. — il presupposto è che gli iscritti forniscano informazioni reali sulla propria identità. Come potrebbe, il social network, accertarsi che gli acquisti dei minorenni sono supervisionati?

Nonostante l’assenza di controlli specifici, il meccanismo è piuttosto semplice. Per acquistare i Facebook Credits – purché non si utilizzino dei coupon ottenuti da qualche offerta offline – è necessaria una carta di credito, anche ricaricabile. La domanda, di conseguenza, sorge spontanea: come sono finite nelle mani dei minorenni?

Andrew Noyes ha fatto sapere che Facebook «combatterà vigorosamente» una causa ritenuta «priva di merito» e, in questo caso, è difficile dargli torto. Incolpare il social networkdella scarsa attenzione verso i propri figli non è così diverso dall’attribuire a internet e ai videogiochi i motivi degli episodi di violenza. È ridicolo.

Considerando la giovane età degli acquirenti, dai 13 ai 17 anni, i genitori dovrebbero quasi ringraziare il fatto che con le loro carte di credito siano stati comprati dei Facebook Credits. Un minorenne che abbia a disposizione uno strumento simile potrebbe effettuare transazioni molto più “pericolose”. Dovrebbero farci attenzione.

FONTE: DownloadBlog

Lascia un commento